lunedì 27 giugno 2011

matassa.

Questo tempo scivola addosso come acqua, che a volte tenti di cogliere con le mani ma che inevatabilmente scappa via e tu non puoi far altro che osservarla nella sua fuga, e nel migliore dei casi berla il più possibile.. o  quantomeno bagnarti le labbra.
Non so bene cosa sto scrivendo, grovigli di pensieri nella mente, ogni filo di questa matassa prende una sua direzione ma tutti convergono in un punto esatto, lo stesso.
Quanto vorrei riuscire a sgrovigliarla, ad arrivare al punto nevralgico di tutto, al punto cruciale, ma ogni tentativo sembra vano. Quindi mi lascio trasportare, almeno questa notte, dal mio animo malinconico, confuso, offuscato... e forse domani ricomincerò a seguire il percorso dell'acqua, del tempo, mi lascerò capovolgere dalla vita. Chi lo sa.
Fatto sta che non riesco mai a vivere nel presente.


Senti l'anima soffrire? La sua voce è acuta, stridula, sembra avere due mani alla gola che stringono, soffocano. Il suo urlo è straziato, ora quasi scomparsa.
Urla, ti prego, ricomincia ad urlare, anche se dovessi superare la mia stessa voce.

2 commenti:

  1. Quell'urlo strozzato, lo sento anch'io. A volte mi domando se quelle due mani alla gola dell'anima non siano proprio le mie. In tal caso, basterebbe trovare il coraggio di mollare la presa e lasciarla libera di urlare, di liberarsi.

    Un saluto. :)

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  2. Forse sì, siamo proprio noi gli artefici della sua agonia..

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