martedì 20 novembre 2012

la mancanza.

Questa voragine ha il tuo nome. Ha il volto dei nostri risvegli, del tepore di un letto condiviso, delle colazioni musicali, dei baci con labbra intorpidite, delle carezze prima d'addormentarsi, del mio collo accoccolato sul tuo braccio, del profumo del caffè che trovavo in tavola. Ha l'odore del tuo respiro, il sapore dei tuoi baci, della tua barba ispida, del mio mento screpolato.
Questa voragine ha il nostro volto.

venerdì 21 settembre 2012

non sai.

Ti ho parlato tanto, sempre. Credo tu sia stata l'unica persona con la quale sono riuscita a parlare durante questo breve pezzo di vita. Ti ho parlato in ogni modo: tra le lacrime, con una canzone, mentre mi abbracciavi, durante l'amore, ti ho parlato su un pezzo di carta qualsiasi, su un fazzoletto, su fogli che conservi gelosamente nel portafogli,  ti ho parlato d'amore, di addii, di perdono, di ritorni, del mio dolore, della mia famiglia, delle mie cadute.
Di tutto. Poi ho smesso di farlo. Sembrava non mi ascoltassi più.
Ho cominciato ad usare anche con te il silenzio, e soprattutto tanta tanta rabbia. Ma eri comunque l'unico con il quale avrei parlato. Da te mi lasciavo abbracciare tra le lacrime e.. credimi quello è davvero il momento in cui sono più fragile, in cui voglio stare sola perché il contatto con due braccia rischia di spezzarmi, di far crollare il mio muro, la mia maschera. Tu potevi invece. Tu hai sempre potuto tutto con me. Ed io abbaiavo, abbaiavo sempre ma non andavo mai via.
E quando l'ho fatto me ne sono pentita amaramente, non avevo seguito il cuore e tutto in me si era spento.
Ma non è questo che volevo dire.... volevo dire che anche ora sei l'unica persona con cui riesco a parlare, le tue sono le uniche braccia in cui mi lascio andare ma, proprio come allora, tu non hai tempo, o voglia, chissà.
Stare lontani non è facile, sentirmi un'intrusa non è facile, sentirmi l'ultima arrivata anche se in realtà sono la prima. Ma ho seguito il cuore, seguo il cuore. Perché quando siamo insieme lo sento in ogni fibra che mi ami, lo seguo perché quella sera al telefono mi chiedevi di parlare di qualsiasi cosa perché volevi addormentarti con la mia voce, lo seguo per il modo in cui mi hai baciato le spalle la notte che segnava i nostri cinque anni, lo seguo per quella volta in cui ti ho detto " Quante cose ci siamo persi l'uno dell'altra" e non voglio che ricapiti, lo seguo per quella sera in cui mi hai chiesto di partire, per quella sera in cui immaginavamo nostro figlio, per quella sera in cui eravamo sicuri del nostro destino, lo seguo per questi ultimi cinque anni e per quella volta in cui sono andata via ed è stata la cosa di cui più mi sono pentita in questa vita. Anche se spesso non mi ascolti, anche se spesso non hai tempo, anche se ora non sai che dolore provo dentro mentre le preparo la valigia, le strofino il pigiama, mentre muoio di paura.

giovedì 20 settembre 2012

nebbia.

Forse la colpa è del cambio di stagione ma sembra proprio che questo paese e questa casa siano avvolti da una nebbia fitta. L'atmosfera è più cupa, le ore scorrono più lente, i colori sbiadiscono. Ed io pensavo di non fare in tempo. Ed invece ancora c'è il tempo. Ancora ci sono possibilità per quanto mi spaventino, per quanto arrendersi, lasciarsi andare a terra di spalle ad un muro e poi d'un tratto vedersi aprire di fronte una porta faccia paura perché significa rialzarsi, ricominciare a crederci, continuare a lottare senza forze.
Quindi si inizia di nuovo, soli com'è sempre stato, anche se ci è stato detto di non sperare perché le possibilità sono minime. Questa volta tutti e tre lontani: Como, Roma e la Basilicata.
Purtroppo la nebbia sembra essersi impadronita del mio cuore.

venerdì 27 luglio 2012

Wish you were here.


Così, così pensi di poter distinguere
il paradiso dall'inferno?
Cieli blu dal dolore?
Puoi distinguere un campo verde
da un freddo binario d'acciaio?
Un sorriso da un velo?
Pensi di essere capace di distinguerli?

E ti hanno portato a barattare
i tuoi eroi con dei fantasmi?
Ceneri roventi per degli alberi?
Aria bollente con una fresca brezza?
Una magra consolazione per il cambiamento?
E hai scambiato una parte da comparsa in guerra
con un ruolo di comando in gabbia?

Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui.
Siamo solo due anime perse 
Testo trovato su http://www.testitradotti.it
 
che nuotano in una boccia per i pesci.
Anno dopo anno,
correndo sempre sul solito terreno,
cosa abbiamo trovato?
Le stesse vecchie paure.
Vorrei che tu fossi qui.

                                  Pink Floyd

solo o già.


Sono passati solo tre mesi.
Dico solo perché, a volte, quando volgo lo sguardo indietro mi appare tutto così distante, un'altra vita, una vita parallela che io non ho vissuto, che non ha niente a che vedere con me e con la realtà.
Sono passati già tre mesi. 
Dico già perché, a volte, mi sembra di esserci così dentro, come se tutto fosse successo ieri, come se i nostri sguardi si fossero incrociati appena qualche istante fa. Come se fossi andato via adesso, o come se fossi ancora qui.
Solo o già. Non importa. Il dolore è così grande, non accenna a diminuire, piuttosto la voragine si allarga sempre più e la mancanza è sempre più feroce. La tua assenza si tocca con mano.
Solo o già. Nel frattempo il mondo è andato avanti, il tempo è trascorso, inesorabile, vive di vita propria.
E spesso è inaccettabile. Inaccettabile che tutto continui, ogni persona su questa Terra prosegue lungo la sua strada, le stagioni si susseguono, il sole continua a sorgere, la notte a venire, si continua a ridere, ad andare a ballare, ad uscire per un caffè, l'aperitivo, a studiare per un esame. Anche quando il mondo sembra stia per crollarti addosso, quando manca il respiro, quando le lacrime t'invadono e arriva la tachicardia.
Tutto prosegue. Perché è questa la vita. E' così che va il mondo. Perché bisogna accettarlo.
Anche se sono mesi che non riesco a leggere un libro per bene, non riesco a scrivere più di qualche riga, non riesco a stare calma per più di qualche minuto, non riesco a studiare, ed il tuo pensiero si fa prepotente nei momenti più inaspettati. Come un fulmine. A squarciare la realtà.
Ma tutto prosegue. E non sei più solo. Ora ci sono un cuore di mamma e un cuore di nonna a prendersi cura di te. Anche se non volevi, non avresti mai voluto. E piangevi perché sapevi. Prima di tutti noi.
Ma tutto prosegue. L'università, sono riuscita a cavare fuori qualcosa, e so che ne sei felice.
Tutto prosegue. Roma negli ultimi tempi è stata più buona con me, ha fatto da cornice a molte sere in cui sono stata me stessa, ho sorriso con le lacrime agli occhi, ho saltellato per strada, ho camminato leggera, ho ballato, ho stretto una mano di cui mi sono fidata, per poco ma l'ho fatto. Mi sono lasciata andare. Senza bisogno di una qualche spinta. Mi sono sbloccata un po', la trovo una cosa meravigliosa.
Poi ho riso da pazzi, sono stata silenziosa come al mio solito, mi sono ritagliata i miei spazi, ho mangiato porcherie fino a stare male, e ho bevuto fino a stare male. Sì, lo so, non dovrei neanche fumare!
Ho raggiunto anche la consapevolezza di dovermi fare un favore quindi a ottobre le cose cambieranno, la casa cambierà assieme ad i suoi componenti. Perché non voglio ulteriori motivi per stare male, perché voglio rispettarmi.
E ho amato. Oggi pomeriggio ho amato di nuovo. Ho amato i suoi occhi, il suo sorriso incerto, il suo rossore, il silenzio imbarazzante tra noi, silenzio carico di tante cose passate, presenti, silenzio denso di parole tra i nostri cuori e la nostra pelle. Ho amato così come amo solo lui, dopo tutti questi anni, ancora ho tremato solo davanti a lui. So quanto gli volevi bene. So che ci vorresti vedere ancora insieme ma sai che non è possibile, anche se dire la parola "impossibile" a te non è concepibile. Ed hai ragione. Ma non ce la facciamo. Sì, hai ragione, mi correggo, non c'impegniamo, e siamo due codardi che non riescono ad imboccare l'una o l'altra strada.
Ed ho abbracciato. Come facevi tu. Abbracci profondi, pieni di affetto.


Ti ho mandato una lettera un mese fa, chissà se l'hai ricevuta. Vorrei tanto dirti che la tua assenza è assordante. Che ci riempivi la vita. Lo sai. Che vorrei ritrovare il sorriso immenso con il quale mi accoglievi nella stanza in cui eri ricoverato, vorrei vederti ancora mentre mi lasci un po' di spazio sul tuo letto e mi fai sdraiare accanto a te.
Ma tutto prosegue. E quando manchi più di quanto sia concepibile cerco di riempirmi guardandoti, nutrendomi dei tuoi occhi. Non l'ho fatto abbastanza, eppure durante gli ultimi giorni non facevo altro.
Tutto prosegue anche se la morte è ormai un pensiero costante di tutti i i giorni, e in questi mesi ho capito che voglio ancora il mio tempo. Anche se guardando le rotaie penso a quanto sarebbe facile porre fine a questi anni, anche se a volte è solo il male ad essere presente, ad invadere la mente fino a farmi dimenticare il buono che c'è, ho capito che voglio ancora tempo.
Tutto prosegue. E questa sera ho scritto più di qualche riga, vedi?
 E domani saranno tre mesi. Tre mesi senza te.

mercoledì 2 maggio 2012

via.

La Signora ti ha portato via ormai da quattro giorni.
La Signora ha fatto sì che ci salutassi, ci facessi ridere come solo tu sai fare nonostante fossi spossato e senza forze.
La Signora ha fatto sì che mi guardassi con quegli occhi dolci e sofferenti.
Ma ora tutto questo vuoto come lo riempiamo?
Il sole, le nostre montagne, tutto questo verde, le margherite...

martedì 24 aprile 2012

acque agitate.

Non so cosa ci sia in serbo per te.. non so se quest'onda che ci ha investiti ci vuole affogare oppure ci vuol rendere più forti. So che il mio sogno sembra realizzarsi, è ad un passo: il mare agitato ci travolge. Arriva un'onda, siamo ancora vivi, eppure consapevoli che ne arriverà un' altra e poi un'altra ancora. Non ricordo come va a finire... ci salveremo?
Piccolo pezzo di cuore, ti verrà data la possibilità di realizzare i tuoi desideri? Ti verrà data la possibilità di godere della luce del sole, di esprimere desideri assurdi e insignificanti mentre una stella cade giù dal cielo?
Ti abbraccio stretto ormai da giorni, tra lacrime, sorrisi e speranze. Domani potrò finalmente guardarti e vedere i tuoi occhi rivolti verso me. Forse mi sorriderai, forse non ne avrai la forza. Chissà la Signora che si è mostrata solo a te, ai piedi del letto, cosa pensa sia meglio per te.....
Ti voglio bene.
C.